In questo articolo esaminiamo le regole per l’attività di raccolta fondi degli enti del terzo settore, oltre alle varie modalità di raccolta e le finalità di tale attività.
Definizione di raccolta fondi
Secondo l’articolo 7 del Codice del Terzo Settore, per raccolta fondi si intende il complesso delle attività ed iniziative poste in essere da un ente del Terzo settore al fine di finanziare le proprie attività di interesse generale, anche attraverso la richiesta a terzi di lasciti, donazioni e contributi di natura non corrispettiva.
Gli enti del Terzo settore, possono realizzare l’attività di raccolta fondi anche in forma organizzata e continuativa, anche mediante sollecitazione al pubblico o attraverso la cessione o erogazione di beni o servizi di modico valore, impiegando risorse proprie e di terzi, inclusi volontari e dipendenti, nel rispetto dei principi di verità, trasparenza e correttezza nei rapporti con i sostenitori e il pubblico.
Da rilevare che tale attività può essere occasionale, cioè svolta in determinati periodi dell’anno ricorrenze, o svolta in forma organizzata e continuativa.
L’ampia nozione di raccolta fondi consente di distinguere molteplici attività di finanziamento degli enti del terzo settore. Nel complesso, i fondi potranno essere raccolti in base alle seguenti modalità : mediante donazione di denaro, di beni o di altre utilità in favore dell’ente del terzo settore; mediante il pagamento di un corrispettivo a fronte di una cessione, da parte dell’ente del terzo settore, di beni o di servizi di modico valore.
Obblighi di rendicontazione della raccolta fondi
Nell’ambito delle iniziative di raccolta fondi, gli enti del terzo settore sono tenuti a rispettare i criteri di verità, di trasparenza e di correttezza nei rapporti con i sostenitori e con il pubblico. Infatti, devono informare i donatori della specifica destinazione dei fondi ricevuti e a rendere pubblico nel dettaglio le finalità di tale destinazione.
Tutti i fondi raccolti, dovranno essere destinati esclusivamente al perseguimento dell’attività di interesse generale previste dallo statuto associativo, che devono corrispondere a una o più attività tra quelle previste all’articolo 5 del Codice del Terzo Settore. Quindi è esclusa la possibilità di finanziare, tramite la raccolta, le attività diverse di cui all’articolo 6 del Codice.
Al termine dell’iniziativa, in fase di rendicontazione, sarà necessario evidenziare l’ammontare dei fonti raccolti, la loro destinazione, gli specifici progetti che riceveranno sostegno economico, i costi sostenuti, allegando la relativa documentazione.
Varie modalità di raccolta fondi
Gli enti del terzo settore possono svolgere attività di raccolta fondi in vari modi:
- vendita di beni di modico valore tramite bancarelle e punti vendita in occasione di festività e ricorrenze civili o religiose.
- contatto diretto, cioè la raccolta fondi da parte di donatori abituali, ovvero di persone che decidono di effettuare donazioni tramite domiciliazioni bancarie, postali o carta di credito;
- direct mail, che consiste nella comunicazione realizzata tramite posta elettronica, lettere, volantini, brochure, materiale pubblicitario e divulgativo;
- telemarketing, cioè l’utilizzo dello strumento telefonico per raccogliere donazione, beni e servizi a sostegno dell’ente del terzo settore;
- pubblicità televisiva, radiofonica o tramite cartellonistica, con l'invito a donare tramite un determinato contatto o un sito internet;
- merchandising, che consiste nella cessione di beni di modico valore, marchiati con il logo dell’ente del terzo settore;
- salvadanai, posti presso negozi, uffici o altri locali pubblici e aperti al pubblico;
- sostegno a distanza, che consiste in pagamenti periodici da parte di donatori, per il sostegno di una determinato scopo, iniziativa o persona;
- lasciti testamentari, tramite la diffusione di informazioni sulle modalità con le quali è possibile predisporre i lasciti a favore dell’associazione.
- donazioni on line una tantum, tramite siti e piattaforme web di crowfunding.